I PRESUPPOSTI DEL PROGETTO CARENEEDERS
Progetto cofinanziato da Regione Campania nell'ambito del bando "dall’AVVISO PUBBLICO per il cofinanziamento di progetti e iniziative presentati da organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale iscritte nei registri regionali ai sensi degli artt. 72 e 73 del D. Lgs 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del Terzo settore) – Fondi 2017 Decreto dirigenziale n. 466 del 29/07/2019"
CARENEEDERS - Percorsi di affiancamento ai familiari contro il burnout
I familiari hanno un ruolo centrale nella gestione di persone con disturbo autistico; infatti rappresentano la risorsa principale per l'assistenza e l'elemento che può ridurre il ricorso all'istituzionalizzazione.
I familiari, tuttavia, sono particolarmente a rischio di accusare sintomi quali nervosismo, astenia, inappetenza ed insonnia, depressione dell'umore. La Regione Campania riconosce oggi il ruolo fondamentale dei familiari in qualità di soggetti dell'attività di cura e ritiene di importanza strategica la diffusione di programmi di educazione e di sostegno dei familiari, per realizzare nuove forme di "alleanza terapeutica" tra operatori professionali e caregiver informali.
Nell'ambito delle forme di collaborazione ed integrazione è necessario che la rete dei servizi riconosca la "soggettività" e l'iniziativa dei familiari, non soltanto "oggetto" di attenzione e sostegno ma attori decisivi del processo di cura.
Attualmente, la rete dei servizi territoriali offre il solo supporto medico-infermieristico domiciliare ai pazienti, con poche o nulle possibilità di sostegno al caregiver. Tuttavia, è necessario che l’organizzazione territoriale delle politiche sociali prenda finalmente atto della necessità di sviluppare politiche di sostegno medico e psicologico anche ai caregivers nonché agli stessi operatori impegnati nei servizi di cura domiciliare a determinate categorie di pazienti, affetti da patologie progressivamente invalidanti. Questi, infatti, costruiscono delle relazioni dirette ed immediate con i pazienti e i loro familiari, attivando situazione di scambio e compartecipazione emotiva che sovente producono non solo il rischio ma il realizzarsi di episodi di burn out. L’avvio di un servizio sperimentale capace da un lato di intervenire sulla politica di sostegno ai caregivers offrendo loro strumenti e supporti facilitatori della propria azione quotidiana di assistenza e dall’altro di migliorare le prestazioni e la gestione interiore delle situazioni patologiche da parte degli operatori rappresenta un innovativo modello di intervento che dovrebbe entrare a far parte della rete dei servizi essenziali offerti dal territorio in ambito sociale, in sinergia con le previsione di integrazione dei servizi attuata a partire dall’emanazione della legge 328/00.
A causa del forte livello di stress per la cura quotidiana e continua a contatto con una malattia mentale progressiva o spesso intrisa di aggressività, come l’autismo, i caregivers possono sviluppare forme di depressione e altri disordini psicologici e diventare violenti e aggressivi, se non ricevono formazione e supporto.
LA RISPOSTA PROGETTUALE
Il progetto prevede la mobilitazione di numerosi e differenti attori espressi dalle comunità locali e la partecipazione di esperti, che serviranno alla sensibilizzazione e a far emergere la domanda. I risultati saranno applicati in progetti di intervento attivo attraverso attività di formazione e per stabilire contatti con chi opera a favore di soggetti problematici. La peculiarità del progetto consiste principalmente nell’attenzione alla creazione/rinforzo di reti sociali attorno ai caregiver, orientando di conseguenza le varie azioni in cui si è articolato il percorso progettuale.
Le due direzioni in cui cercare i risultati più significativi riguardano da una parte l’attivazione di processi a cascata, dopo lo svolgimento dei primi corsi, iniziative attivate da soggetti del terzo settore a vario titolo coinvolti nel progetto, che hanno poi esteso ad altri ambiti contenuti e metodo del progetto stesso.
Altro elemento ascrivibile nella categoria degli effetti positivi riguarda i caregiver ed in particolare l’impulso che, nonostante le loro generali condizioni di stress, l’opportunità di incontri e di sostegno ha fornito loro “liberando” la loro capacità creativa e propositiva.
E’ chiaro che gli interventi proposti si inseriscono a pieno titolo in un quadro in evoluzione che pone il caregiver in una zona grigia che non ne fa né un operatore esperto, né un semplice volontario. Tuttavia è importante recuperare il valore sociale di tale figura per innescare circuiti virtuosi di informazione e formazione.
In ambito medico-sanitario il rischio di agire con eccessi di tecnicismo è sempre in agguato. spesso la percezione delle problematiche mediche, da parte della popolazione bisognosa, è rafforzata dalla povertà di comunicazione che caratterizza la figura dei medici e dei professionisti sanitari.
Se da un lato è essenziale che alla patologia corrisponda la prescrizione di una cura, dall’altro, diventa ancora più fondamentale l’attivazione di un processo di “presa in carico” dell’assistito, bisognoso di guida per lunghi periodi o per tutta la vita.
Ciò che prima era handicap è oggi “partecipazione”. alla cura si associa l’aver cura! il termine italiano non rende giustizia alla fondamentale differenza dei due momenti terapeutici. gli inglesi usano il verbo “to cure” per la cura e “to care” per l’aver cura. bene, alla luce del popolare slogan “i care” (io ho cura), la società è chiamata a svolgere il ruolo dell’accoglienza dell’altro attraverso la creazione di una “dimensione” a portata di tutti.
La famiglia, i medici e i sanitari e i servizi pubblici e privati sono chiamati a focalizzarsi sul diritto alla “partecipazione”.
OBIETTIVI DEL CORSO
Affiancamento formativo e costituzione di gruppi di auto mutuo aiuto. Diminuzione del burn out, potenziamento delle competenze e possibilità di accedere a riconoscimenti professionali di un ruolo svolto a sostegno di persone colpite da malattie progressivamente invalidanti.
Questo il risultato concreto che si prevede di raggiungere per 30 caregiver e 15 assistenti familiari selezionati dagli ambiti territoriali afferenti il territorio di Salerno e provincia, con particolare riferimento all’area Salerno Nord e agro-nocerino.
Il ruolo del caregiver va anche diffuso e condiviso con gli operatori della rete di assistenza: ecco perche si prevede di inserire nel percorso per ogni 3 caregiver / assistenti almeno una persona proveniente dal mondo del personale curante.
La creazione di benessere sociale avrà impatto anche sulla rete formale di assistenza, con diminuzione delle sollecitazioni ai prestatori di servizi, diminuzione della spesa sociale, innesco di un circuito informativo virtuoso tale da coinvolgere altri caregiver / familiari così che a loro volta possano diventare formatori / promotori delle reti informali dell’assistenza
Calendario del corso
Il percorso sarà presentato Lunedi 6 febbraio 2023 alle ore 15, online con trasmissione diretta sui canali social dell'associazione Ombraluce e dell'associazione partner Psicofen - Psicologia fenomeologica al link
Presentazione progetto autismo CARENEEDERS - Salerno
Nel corso della sessione sarà presentato il calendario degli appuntamenti, che si snoderanno soprattutto il lunedi e il venerdi pomeriggio e per la parte pratica il sabato mattina presso la nostra sede
A tutti i partecipanti sarà rilasciato un attestato di partecipazione
Per informazioni e richieste di partecipazione inviare una mail a info@associazioneombraluce.it o compilare il seguente modulo
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